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L'automobile fa il verso al serpente. Sguscia via dalla pelle ormai consunta e mostra di che cosa sarà capace nel nuovo millennio. Sarà completamente diversa perché più sicura, rispettosa dell'ambiente, informatizzata. E soprattutto bellissima. I nuovi materiali e i nuovi metodi di progettazione al computer trasformano anche le fantasie più ardite in modelli su strada. Ieri c'erano i prototipi, solo per sognare, e le vetture di serie, banalizzate per essere compatibili con la catena di montaggio e a un prezzo ragionevole. Oggi l'immaginazione diventa produzione, le forme più stravaganti vengono immatricolate. E l'avvento dell'elettronica, i forti investimenti nella ricerca, lo scambio di esperienze e tecnologie che segue la nascita dei grandi gruppi (come Daimler-Chrysler, Volkswagen-Audi-Skoda-Seat) innalzano la qualità media. Anzi, proprio perché velocità, consumi e robustezza tendono a omogeneizzarsi, la differenza tra marchi e modelli è data dallo stile. È sulle forme che le case costruttrici si giocano tutto, dando carta bianca ai designer.
Oggi anche chi compra la più piccola delle utilitarie pretende un'auto che si lasci guardare senza stancare. L'automobilista occidentale è ormai un cliente difficile da accontentare. Per fortuna la lamiera si lascia plasmare. Lo ha mostrato l'ultimo Salone di Francoforte, la più importante rassegna mondiale dell'auto. Ad attrarre il pubblico sono state soprattutto le cosiddette 'concept car'. Con una importante novità. Non si sono visti prototipi bellissimi e impossibili. Per Patrick Le Quèment, capo della divisione disegno industriale della Renault (280 persone, tra cui 60 designer e 80 modellisti) 'le concept car di oggi sono un concentrato di idee pronte per la grande serie'.
La Renault, per esempio, ha investito moltissimo nei computer, che consentono di lavorare anche in scala 1:1 in fase di progettazione. 'Il fattore umano resta decisivo nell'ideazione di un modello dal design equilibrato' aggiunge Le Quèment. Ed ecco l'ultima proposta del più importante marchio francese, la Avantime: è una coupè, una berlina, una monovolume? Tutto e di più, è un'auto 'transgenica' che in 4,60 metri di lunghezza offre vetrate panoramiche, tetto trasparente e quattro poltroncine in un abitacolo ultracomodo in grado di ospitare anche il quinto passeggero. Oltre agli airbag tradizionali ce ne sono due a cortina che si aprono sull'intera fiancata e due laterali a protezione del torace. E con un motore 3.000 V6 a 24 valvole si corre come su una granturismo: 220 km/h. Perfezionata in un anno di test (l'auto viene affidata a un campione di potenziali clienti per l'uso quotidiano), la Avantime arriverà in Italia nell'estate del 2000. In un secondo momento motorizzazioni più piccole si affiancheranno al 3.000.
Tra le case costruttrici impegnate a disegnare forme originali l'Audi è quella che ha ottenuto il miglior successo di pubblico. Dopo la A6, un po' seriosa ma rivoluzionaria nella categoria delle berline, sono arrivate le splendide Tt coupè e roadster, tanto veloci quanto pulite nel design. Con la A2, una bomboniera compatta (3,82 metri) ripiena di soluzioni high-tech, prosegue la saga dell'auto tutta curve. A Francoforte l'originale 'vestito' della citycar tedesca ha stuzzicato le signore. Muso corto e grintoso, ampio parabrezza, tetto che declina in prossimità della coda e un'impressione di solidità che, specie sulle piccole, fa sempre piacere. Con la scocca e la carrozzeria in alluminio, la A2 pesa pochissimo, raggiunge i 170 all'ora e percorre fino a 25 chilometri con un litro. Insomma, un'auto che se la cava sia in città sia in autostrada; un'auto trasversale.
Questo è un tipo di vetture che vedremo moltiplicarsi. Ci sono piccole con lo spazio di una media (come la nuova Punto), station wagon compatte (come la Opel Corsa), fuoristrada da città (Toyata Rav e altre) e spider che amano l'inverno (Mercedes Slk per esempio). Insomma, è sempre più difficile inquadrare una vettura nei segmenti tradizionali. C'è un boom delle cosiddette auto di nicchia, quelle che un tempo servivano alle case costruttrici per l'immagine ma si vendevano in pochissimi esemplari. In Italia rappresentano già il 27 per cento delle vendite, con un incremento di 2,54 punti rispetto allo scorso anno. Crescono le station wagon, con una quota del 14 per cento, le monovolume medie, passate dal 2,5 per cento del '98 al 4,28 di oggi, e le fuoristrada. Le berline tradizionali, pur mantenendo il predominio, perdono terreno. |